ANNAGAIA MARCHIORO E LA SUA COMICITÀ ANARCHICA

Molti di voi la conosceranno per i suoi interventi lgbtq+ al programma di Serena Dandini, Gli stati generali, nel 2018, ma la sua carriera inizia molto tempo addietro nei teatri. Annagaia Marchioro, attrice diplomata alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi e laureata in Filosofia, è una delle fondatrici della compagnia Le Brugole, il cui nome deriva dalla “brugola”, la chiave meccanica usata spesso per montare i mobili Ikea perché “Due donne dopo la prima notte di sesso vanno direttamente all’Ikea”, come disse al programma Bambine Cattive, Comedy Show televisivo del 2011. Una compagnia nata come un duo di sole donne – Annagaia Marchioro e Roberta Lidia De Stefano – che con la sua prima produzione sulle dinamiche dell’amore saffico “Metafisica dell’amore” – titolo di Schopenhaueriana memoria- nel 2012 ha vinto il premio del Festival Scintille – Asti Teatro

Per aver affrontato un tema scottante come quello dell’omosessualità femminile con un linguaggio fresco, ironico, divertito. Lo spettacolo, anche grazie alla qualità delle interpreti, riesce a coinvolgere il pubblico miscelando momenti di comicità con altri di grande intensità e profondità”.

Da dicembre Annagaia Marchioro insieme alla collega Virginia Zini (entrata anche lei ne Le Brugole) ha portato su Instagram la prima sitcom comica sulla maternità in una famiglia di due mamme: “Mamme mie“, un progetto arcobaleno all’interno di Slap Tv, che con ironia e leggerezza, mostra una realtà poco raccontata. Ma lasciamo che sia Annagaia Marchioro a dirci di più su questo e i suoi progetti futuri.

L’Intervista ad Annagaia Marchioro

In che cosa consiste il progetto Slap Tv? E in che modo si interseca con Mamme mie? Quando nasce, come e da chi?

Io non sono la persona referente del progetto di Slap Tv, faccio parte del gruppo che lo sta facendo avviare, però nasce da un’idea di due autori (Andrea Milena e Giovanna Donini) in collaborazione con un regista (Francesco Gori). L’idea è di creare un canale per parlare della comicità oggi. Ci sono una serie di progetti all’interno, i due autori hanno scelto una serie di persone e di idee che ci piaceva portare avanti, tra le quali Mamme mie. 

Mamme mie si può considerare un’evoluzione dello spettacolo Modern Family 1.0?

Sì, esatto. Nasce proprio da quello.

Si basa sulla tua vita reale in stile comico documentaristico?

In che senso?

Virginia Zini, la tua partner sul palco, è realmente la tua compagna incinta?

No, non è la mia compagna, però è veramente incinta. Io e Virginia, nella vita reale – per quanto siamo una famiglia – non stiamo assieme. A noi ci piace giocare su questa cosa e piaceva anche ai due autori. Ma se fosse stata la vita privata, avrebbe avuto anche un tipo di portata diverso. Io sono una persona molto riservata sulla mia vita privata vera; però con Virginia abbiamo sempre giocato nel mescolare cose vere ad altre che non lo sono. Quindi è difficile capire per lo spettatore che cosa è vero e che cosa non. 

È il tuo primo progetto che nasce per un pubblico web. Che riscontro hai avuto?

Per adesso mi sembra buono. Voglio continuare il lavoro sul web. Negli ultimi mesi ho lavorato su una serie di cose che a partire da gennaio andranno tutte online, perché voglio usare di più questo strumento che ci permette di arrivare più facilmente dappertutto. Comunque mi sembra che il riscontro sia positivo, però diciamo che questo è solo l’inizio di un percorso web che sarà più nutrito. 

Vuoi anticipare qualcosa?

Ho un altro progetto di cui sto cercando di trovare dei finanziatori, legato al tema dell’ecologia, e poi ci sono una serie di personaggi che compariranno nel web. Sto lavorando a un nuovo spettacolo, che si intitola “Love Riot”.

Era anche il titolo del tuo intervento al Festival Mix di Milano di giugno.

Esatto. Ho fatto un’anteprima. D’ora in avanti farò diverse anteprime perché mi serve capire con il pubblico se funziona oppure no. Ha funzionato benissimo e ne sono felicissima. È uno spettacolo in cui oltre a fare molta stand up, il tema è legato alle parole, l’importanza delle parole, che sono parabole e raccontano storie. Quindi io racconto storie sulle parole e ci sono tutta una serie di video e di personaggi che raccontano storie sulle parole e vicissitudini a riguardo e ho visto che funzionano tantissimo. Ad esempio c’è uno che sta facendo un corso per smettere di odiare, siccome oggi l’odio sul web è diventato popolare. Si racconta la storia di questo che sta cercando di smettere di odiare. L’idea è di andare avanti a lavorare su cose molto contemporanee utilizzando il web, e anche a teatro magari continuando a usarlo proprio nel web. 

Annagaia Marchioro, tu sei una delle pochissime lesbiche dichiarate che utilizza nei suoi spettacoli la parola “lesbica” tranquillamente, infatti molte donne – pur essendo omosessuali – hanno difficoltà a utilizzarla, e preferiscono “gay”. Come mai, secondo te?

Perché si vergognano! In realtà poi con l’uso le parole si trasformano e possono cambiare di significato, quindi con il tempo pian piano la parola “gay” sta iniziando ad essere utilizzata per entrambi, anche perché noi abbiamo un’abitudine: il maschile nella nostra lingua è utilizzato come un maschile generico, che non è un neutro, ma un maschile generico. In questo senso un po’ ci si appella al fatto che gay siano omosessuali maschi e femmine, però in realtà sono due cose diverse. Lesbica è stato un insulto per tantissimi anni e lo è ancora, ponendolo a seconda dei contesti.

Però, proprio per questo, a un certo punto il movimento ha iniziato a rivendicarlo. Perché nel momento in cui noi usiamo le parole e le trasformiamo, queste ci danno potere. È per questo che io uso la parola lesbica, nel momento in cui la utilizziamo noi appunto diventa una parola che definisce.

Secondo te la comicità è politica?

La mia comicità, quella che interessa a me è politica, in un modo che riguarda l’umano e siccome siamo in un periodo in cui stiamo lottando per l’umano, quindi è chiaramente politica. Perché politica significa che riguarda la polis, cioè la comunità intera. La comicità è sempre anarchica tra l’altro, perché il comico è il momento in cui tu ti aspetti una cosa e succede l’opposto, l’imprevisto, la caduta della buccia di banana.

La comicità è sempre quella cosa per cui uno ride di ciò che non si stava aspettando. Ovviamente ci sono delle regole nella comicità, e sono tutte basate sul fatto che tu prepari una battuta, cominci a scrivere una cosa, sembra che la soluzione sia quella, e invece è lo straniamento, lo spiazzamento. Quindi la comicità – dicono i grandi comici  da Totò a chiunque – è sempre anarchica, è l’imprevisto. 

Il progetto ecologico

Riguardo al progetto di ecologia a cui accennavi prima, di che si tratta? 

Vorrei fare una serie di video comici sulle tematiche dell’ecologia. Una disavventura, ma proprio fisico – pratica. Devo ancora capire se l’obiettivo è quello di arrivare in Groenlandia oppure in Svezia a parlare con Greta Thunberg. Vorrei che diventasse proprio un percorso fisico in cui io me ne vado nel mondo affrontando le tematiche dell’ecologia in una chiave comica. Da anni sono un’ecologista fervente e incallita, ma è una cosa che mi creava talmente dolore che non riuscivo ad affrontarlo in modo comico. Ora credo di essere riuscita a trovare la chiave giusta. Ho già cominciato una serie di video, ma il progetto più ampio voglio sia proprio performativo. 

Che bello! È qualcosa che manca attualmente, perché l’ecologia non viene mai affrontata in chiave comica. 

Sì, l’ecologia non viene mai affrontata in modo comico perché è molto difficile chiaramente, perché ne va della nostra esistenza su questo pianeta e di tutto ciò che c’è molto vicino è più difficile riderne. Il comico ha sempre uno sguardo di straniamento, per questo anche sul tema dell’omosessualità grazie anche alle Brugole, siamo sempre riuscite a trovarne una chiave comica, perché non era una cosa che mi dava dolore. Non vuol dire che non abbia lottato con la mia famiglia per rivendicarlo, però non è una cosa che a me creava sofferenza, non mi ha messo in crisi pensando “oddio il mio futuro, gli amici, cosa penseranno gli altri”. Adesso penso di aver trovato una chiave di lettura anche per quanto riguarda la tematica dell’ecologia, e staremo a vedere. 

Le Brugole

Le Brugole, il progetto teatrale fondato da te, Roberta Lidia De Stefano, e le autrici Giovanna Donini e Francesca Tacca nel 2012, in cui trattate esplicitamente tematiche lgbtq+, autodichiarandovi omosessuali, è un caso raro nel panorama italiano. Infatti il teatro italiano ancora non ha accolto totalmente questo tipo di spettacoli, nonostante ci siano molti attori omosessuali, raramente fanno teatro “di movimento”. 

Tutto ciò che riguarda le Brugole è nato un po’ per caso. A un certo punto è capitato che noi ci focalizzassimo su queste tematiche lgbtq+ perché ce l’hanno anche chiesto, ma è chiaro che non esaudiscono il nostro essere attrici. La sfida vera in futuro sarà riuscire a tenere insieme sia le cose che riguardano le tematiche lgbtq+ che altro. Per esempio, il mio primo monologo, che si intitola “Fame mia, quasi una biografia” è secondo me lo spettacolo più bello che io abbia fatto finora.

È uno spettacolo che parla della fame, è tragicomico (che è la cifra che mi piace perseguire) e non riguarda l’omosessualità, altrimenti questo diventerebbe una gabbia. C’è sempre il rischio di rimanere ingabbiati. È vero che ci sono tanti attori omosessuali, però preferiscono fare Shakespeare per esempio. E poi è vero che hanno paura di venire ingabbiati. C’è sempre un rischio e quindi magari hanno paura di questo, io posso capire, ma sono fatta diversamente. 

Hai scelto di fare coming out fin dagli inizi della tua carriera. È una scelta molto particolare, che poteva costituire un deterrente per te. Come mai?

Mah, sai non ho assolutamente pensato a questo. Era una cosa di cui trovavo naturale parlare, ma non l’ho mai pensata come qualcosa che mi determinasse. Mi sento di avere moltissime componenti e questa era una di quelle di cui avevo voglia di parlare, ma ho anche tanta voglia di parlare di altro chiaramente, cosa che cerco di fare. Per esempio, la mia partecipazione al programma di Serena Dandini, Gli stati generali, ha fatto sì che tutte le tematiche legate all’omosessualità si amplificassero. Nel senso che a lei interessava si parlasse di omosessualità e mi ha chiesto esplicitamente di farlo. Io le ho detto “facciamolo, ma mi interessa anche affrontare altre tematiche”, e lei mi ha risposto “Però al momento c’è molto bisogno di questo”. E su questo noi stiamo lavorando insieme. 

Beh sì, effettivamente è caratterizzante, non sono molte le persone che trattano queste tematiche. Oltretutto, farlo in maniera comica e satirica, avvicina di più il pubblico.

Ma infatti me ne rendo assolutamente conto e sono contenta di questo perché è importante farlo ed è una delle ragioni per le quali scrivo. Scrivo perché penso che abbia un valore essere un attore comico e portare avanti queste tematiche. 

Con le Brugole invece porterete qualche spettacolo in scena quest’anno?

Con le Brugole quest’anno noi – poiché Virginia è in maternità sino a gennaio – abbiamo le riprese dei vecchi spettacoli, non abbiamo potuto lavorare su cose nuove tutte insieme, però ad esempio abbiamo iniziato a lavorare a “Mamme mie”. E io sto lavorando su questo nuovo spettacolo “Love Riot”, in cui sono da sola. Roberta invece, sta lavorando con un attore su uno spettacolo che si intitola “Confetti e karaoke”. Quindi in realtà ci saranno due nuovi spettacoli: “Love Riot” e “Confetti e Karaoke”.


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