Carrie Evans finora era conosciuta solo nella sua cittadina del North Dakota, Minot. Eletta come consigliera comunale, si era distinta subito per il suo interesse per le tematiche lgbtqia+.
Ma l’8 settembre, durante l’assemblea del Consiglio Comunale è balzata alle cronache per la sua difesa della bandiera arcobaleno contro i cittadini omofobi che volevano venisse rimossa dal Consiglio Comunale.
I FATTI
La bandiera arcobaleno, issata in Consiglio Comunale, era stata approvata prima dell’esplosione del coronavirus. Approvata dal sindaco di Minot su proposta del gruppo lgbtq+ locale Magic City Equality, doveva fare la sua comparsa proprio nel mese del Pride. Ma a causa della pandemia, è stata issata solo il 2 settembre.
Ma ad alcuni cittadini questa decisione non è piaciuta e hanno manifestato tutta la loro omofobia durante la seduta dell’8 settembre del Consiglio Comunale.
LE CONTESTAZIONI
Quali erano le argomentazioni dei cittadini? Eccone un piccolo campionario:
“La bandiera LGBT rappresenta i genitali di alcuni americani”.
“Mi imbarazza spiegare ai miei figli il significato della bandiera”.
“Può portare alla glorificazione dei pedofili”.
“Porta a saccheggi e rivolte”.
E infine c’è anche chi se l’è presa con la consigliera Carrie Evans: “È stata disonesta a non aver dichiarato esplicitamente di essere lesbica in campagna elettorale”.
LA DIFESA
Insomma un bel bestiario dell’omofobia, al quale Carrie Evans ha replicato con forza e determinazione:
“Sono orgogliosamente la prima lesbica apertamente eletta nel Nord Dakota, quindi è per questo che non sto prestando attenzione alle tue stronzate. Vivo a Minot. Sono un contribuente. Sono una persona. Mi vedo rappresentata su quel pennone. Questa città è abbastanza grande per tutti noi. Il fatto che io abbia una bandiera sventolante non toglie nulla ai tuoi diritti e alle tue libertà. Mi dispiace che non ti faccia sentire a tuo agio, ma siamo qui, siamo gay e non ce ne andremo.”
State attenti omofobi del North Dakota: Carrie Evans non la fermerete!
Leave a Reply