“Diamo spazio a visioni indipendenti, da mondi lontani o poco visibili” Il Festival del cinema lesbico Some Prefer Cake sbarca sul web

In questo strano anno pandemico, che tanto ci ha tolto e altro ci ha dato, il famoso Festival del cinema lesbico Some Prefer Cake, fruibile solitamente a Bologna, arriva gratuitamente nelle nostre case, grazie allo streaming. Un lavoro certosino, di scelte che abbracciano l’internazionalità dell’amore omosessuale, le nuove consapevolezze e movimenti, arriva sulla piattaforma openddb.it a costo zero per gli utenti. Un programma (lo trovate qui) che dà spazio – in pieno clima Black Lives Matter – a visioni non bianche e non occidentali. Un esempio? Vibracy of silence: a discussion with my sisters, documentario della regista Marthe Djilo Kamga, che dà spazio alle conversazioni intime e politiche con quattro artiste africane che – come lei -hanno vissuto l’esilio. Le pratiche BDSM e il loro esito terapeutico sono invece al centro del corto Velour di Miranda Manziano, uno sguardo dentro un mondo ancora molto misconosciuto. Un Festival composto anche da eventi collaterali: come la presentazione della graphic novel “Feminist Art” di Valentina Grande ed Eva Rossetti.

Velour di Miranda Manziano

Some Prefer Cake è già online, dal 19 settembre e terminerà fra pochissimo: il 26. Bisogna dunque affrettarsi, perché i titoli saranno disponibili sulla piattaforma  ancora per poco. L’indirizzo è: https://www.openddb.it/some-prefer-cake-festival/ 

Ma come sta procedendo questa nuova formula? E che idea c’è dietro quest’edizione del Festival? L’abbiamo chiesto a Lucia Jorini, di Comunicattive, una delle direttrici artistiche del festival Some Prefer Cake (le altre direttrici sono: Elisa Coco e Samantha Cavicchi).

Vitiligo di Soraya Milla

L’INTERVISTA

1. Come sta procedendo il festival Some Prefer Cake?

Molto molto bene, ci sono stati più di 3000 accessi alla pagina di Openddb dedicata al festival Some Prefer Cake (https://www.openddb.it/some-prefer-cake-festival/), le donazioni sono tante e le reazioni delle donne che ci seguono entusiaste. Ci arrivano anche tante foto divertenti delle visioni collettive private auto-organizzate. Questa versione inusuale ci sta comunque dando soddisfazioni e il calore del pubblico ci arriva in ogni modo.


2. Come avete selezionato i film e gli eventi?

Da quando abbiamo preso in mano la direzione artistica (questo è il terzo anno ormai) abbiamo costruito una squadra di donne e lesbiche femministe che insieme a noi guarda tutta la produzione dell’anno in corso e dei due anni precedenti, spulciando tra i programmi degli altri festival LGBTQ internazionali, contattando direttamente registe che abbiamo conosciuto nelle edizioni precedenti o di cui seguiamo i progetti. Quest’anno abbiamo sperimentato anche FilmFreeway, lanciando una call per i cortometraggi a cui hanno risposto in tantissime persone. Solitamente cerchiamo di dare spazio a produzioni indipendenti, che difficilmente arrivano in sala, e soprattutto a visioni da mondi lontani o poco visibili, che restano sempre minoritarie rispetto alle più potenti visioni bianche e anglosassoni. I film di quest’anno dovevano seguire un po’ l’umore del momento, e quindi sicuramente le istanze che ci hanno toccato di più: le riflessioni sull’età, sul colore della propria pelle, sul nome che ci portiamo dietro e che spesso ci identifica, sulla fluidità delle nostre tante identità, sul patriarcato e la sorellanza ci salva, sulle partenze e il ritorno, sugli spazi fisici ed emotivi, ma anche su relazioni e nuove modalità per gestirle. 


3. Perché avete scelto di rendere i titoli gratuiti?

Quest’anno così eccezionale, quest’emergenza sanitaria che ha creato a catena un’emergenza sociale ed economica, colpiscono prima di tutto le donne e la nostra comunità LGBTQ. Volevamo esserci, senza pesare sulla situazione già complessa e precaria di tante persone, volevamo dare un momento di riflessione e di distrazione lasciando libere le persone di riconoscere, come si può, il valore di tutto il lavoro che c’è dietro il festival e delle stesse opere che abbiamo selezionato. Avevamo la possibilità di sostenere delle spese, Openddb ci ha ospitato gratuitamente, abbiamo messo tanto lavoro volontario e quindi abbiamo fatto quello che ci sentivamo e che ci potevamo permettere. 


4. Prevedete altre date future?

Speriamo davvero e ci contiamo, di tornare in sala il prossimo anno, con tanta carica e tanti film da vedere. Quindi prossimo appuntamento settembre 2021, ma prima ci saranno sicuramente delle sorprese intermedie, magari online, o magari anteprime in sala, chissà…


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