Era il 7 ottobre quando è uscito il manifesto elettorale dei Giovani Democratici di Nuoro con il tanto discusso bacio fra due uomini in costume sardo tradizionale. Da allora, nonostante tanti altri manifesti siano stati realizzati, non si fa altro che parlare del bacio gay contro l’omofobia. Perché succede questo? E che cosa volevano trasmettere i Giovani Democratici di Nuoro inseriti nella lista per Carlo Prevosto sindaco della città?
Abbiamo deciso di chiederlo direttamente a loro per scoprire quale progetto ci sia dietro questa riuscita operazione di comunicazione.
L’INTERVISTA
Come nasce questo manifesto elettorale? Qual è il suo intento? Chi l’ha curato?
Il manifesto nasce all’interno di una serie fotografica. Abbiamo pensato che, in una società consumista e distratta i messaggi, anche quelli più seri e curati, fossero impossibilitati ad arrivare a destinazione. Anche i programmi più belli spesso non vengono neppure letti. Così abbiamo deciso di sintetizzare il nostro programma all’interno di una campagna più diretta e segnante. Nella nostra città sono stati affissi 32 manifesti, ma il motivo per il quale si parla solo di questo è chiaro a tutti. Due uomini che si baciano fanno ancora discutere, ancora ci si chiede se sia o meno giusto ciò che fanno. Ed è per questo che lo facciamo. Tutta la campagna è stata curata personalmente dal nostro gruppo.
Che reazioni ha avuto la comunità nuorese?
Le reazioni sono quelle che ci si può aspettare pressoché ovunque. Tanta condivisione, ma altrettanta avversione, con conseguente emorragia di voti. I messaggi di odio, anche particolarmente spinti, sono ritrovabili facilmente su facebook e sui commenti di tutti i giornali che hanno ripreso la notizia.
Qual è la situazione della comunità lgbtq nuorese?
È una grande comunità, che salvo eccezioni annoverabili con due mani si sente sotto continuo attacco. Provate a chiedere a qualche nuorese quanti uomini presi per mano ha visto a Nuoro. Ecco, questa è la plastica rappresentazione della situazione.
Che cosa pensate della legge contro l’omolesbobitransfobia? Quali soluzioni radicali proponete? Sono in contrapposizione o a completamento del ddl Zan?
Noi non siamo contrari a nessuna legge che affronti il problema della omolesbobitransfobia, nonostante ci sia delusione per il ridimensionamento della portata del ddl Zan. Semplicemente riteniamo che siano leggi tampone, utili per contrastare un fenomeno già sviluppato. Sviluppato colpevolmente, con colpa o dolo all’interno del circuito formativo e nell’ambito familiare. Sin prima di nascere viene assegnato un colore al fiocco del nascituro. Sin da bambini si viene educati alla differenziazione di genere, sin dal gioco. Sin da bambini al maschietto viene chiesto della fidanzatina e viceversa, facendo passare un messaggio di “normalità” ed uno di “anormalità”. Siamo radicali perché decidiamo di fare da soli, di non accodarci più alla strategia “partitica” di messa sotto il tappeto o ridimensionamento del problema, con la cura di tamponare l’emorragia di voti. Abbiamo detto che vogliamo tutto e subito. E siamo decisi a dare del nostro meglio per combattere il problema alla radice, laddove nasce, nella città, per poi confondersi con il più grande problema globale, problema a nostro avviso di somma, quantomeno per alcuni aspetti.
IL SESSISMO
Uno dei vostri manifesti mostra due ragazze che giocano a pallone e il claim “Sradichiamo la subcultura dei ruoli di genere”. Concretamente che proposte volete mettere in atto per farlo?
Il manifesto per la parità di genere nasce dalla stessa idea sopracitata. Le donne è inutile nasconderselo, da piccole vengono allenate alla vita familiare e l’uomo alla vita di carriera, in qualsiasi ambito sia. E non è un caso se ancora le leggi tampone come le quote rosa stentino a produrre i loro effetti. Anch’esse affrontano un fenomeno, senza combatterne la radice. Se vogliamo ammetterlo, ogni lista cittadina ha avuto problemi nel rispettare la rappresentanza di genere, e certo non perché le donne siano naturalmente meno portate alla vita pubblica, bensì perché da bambine vengono educate ad un diverso ruolo. E spesso non si ha la forza di ribellarsi.
IL PROGETTO
Chi sono i giovani democratici di Nuoro? Quanti anni avete? Da che percorsi provenite?
I giovani democratici di Nuoro sono la federazione della giovanile nazionale del PD. Siamo tutti under 30, con una consapevolezza: dobbiamo cambiare il campo politico nel quale siamo cresciuti, ma al quale non ci siamo mai adeguati. Il collasso (per molti versi) della società moderna, che sembra ormai retrocedere, lo abbiamo per primi subiti. Abbiamo scelto l’autonomia: se nessuno è in grado di rappresentarci a pieno allora lo faremo da noi. Con tutta la radicalità che sarà necessaria, perché la libertà non è oggetto di negoziazione, per noi. Vogliamo un mondo di liberi e uguali, e ci batteremo con tutti i mezzi di cui disponiamo.
In che modo potrete contribuire in caso di vittoria di Carlo Prevosto?
In caso di vittoria ci auguriamo di poter finalmente affrontare con tutta la forza e intransigenza di un movimento giovane i problemi che attanagliano la nostra realtà, senza la paura di dover conservare un consenso che semplicemente lasciamo ai grandi simboli, ormai incapaci e sulla difensiva, ormai spesso incapaci di rappresentare concretamente gli ultimi e le minoranze. Vogliamo riscatto e lo vogliamo subito. Vogliamo gettare le basi di una società più giusta e di uguali, e dunque certamente più ricca.
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