Se una donna litiga con il proprio marito e durante la discussione lui le dà un bel pugno in faccia non è un problema, non c’è reato. Nessuna violenza domestica. Ritorni pure a casa, signora.
È quanto emerge dalla sentenza emessa dal gip di Brescia nei confronti di una donna (43 anni), finita all’ospedale dopo una lite con il marito (46 anni).
Un pugno in faccia non basta
La donna, che si è fatta medicare all’ospedale di Desenzano del Garda, ha visto – nel giorno della Vigilia di Natale – la sua denuncia archiviata perché il giudice ha stabilito che:
“Ritenuto che alla stregua dell’incensuratezza dell’imputato, nonché della occasionalità e della obiettiva, contenuta gravità del fatto – per le lesioni guaribili in otto giorni inferte con uno schiaffo e un pugno nel corso di una discussione coniugale – la vicenda può essere persuasivamente ragguagliata ai parametri dell’esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”.
Nemmeno la denuncia di episodi violenti precedenti sono stati sufficienti a far emettere una sentenza diversa, infatti:
“I precedenti evocati, non risultano gravi e sono agganciati ad un supporto probatorio di dubbia consistenza. In ogni caso (sono) insuscettibili di radicare la prova del grave reato di lesioni personali”.
Che ne sarà di questa donna?
Durante la pandemia i centri antiviolenza D.i.Re hanno ricevuto il 74% di richieste d’aiuto in più rispetto all’anno precedente. Le donne hanno perso di più durante il covid: lavoro, aumento delle responsabilità, e maggiori violenze.
Ma se non trovano una tutela legale, cosa possono fare?
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