Torino: L’omofobia in pizzeria

“In un momento in cui tutti hanno voglia di riaprire e ricominciare, dopo una lunga pausa… voi due decidete di non riaprire all’ora di pranzo. Motivo sconosciuto. Considerando però che ho saputo che siete due noti “culattoni” (Io sono di Milano e da noi si dice così),  penso che il male maggiore ce l’abbiate già in corpo (aids), per cui siamo noi clienti ad aver paura nel venire da voi (anche la sera). Buonanotte”.

È questa l’agghiacciante lettera giunta alla “Pizzeria 150” di Torino. Un messaggio che ci riporta indietro di decenni nella sua associazione tra omosessualità e aids, per non parlare dell’omofobia che porta a scegliere i locali in base all’orientamento sessuale di chi ci lavora in regime da apartheid. Uno scritto aberrante giunto per mezzo lettera postale alla pizzeria. Incredibile che il sedicente milanese si sia addirittura preso la briga di andare all’ufficio postale per spedire la sua illuminante missiva.

I “CULATTONI” RISPONDONO

Ma Stefano Cadeddu e il suo compagno Gaetano Perrone, titolari della pizzeria, non sono rimasti fermi. Hanno immediatamente pubblicato su facebook la loro replica senza eufemismi di sorta.

https://www.facebook.com/centocinquanta.torino/posts/1443139969223395

I COMMENTI CONTRO L’OMOFOBIA

Sui social tante persone hanno manifestato la loro vicinanza ai due titolari. C’è chi ha ironizzato sul formato della lettera:

“Però….nel 2020 ancora la lettera 22 della olivetti…..ahahahhaha la prossima vi arriverà con le lettere ritagliate dai giornali”

E chi coglie l’occasione per diventare un nuovo cliente:

“Ora ho un motivo in più per venire a mangiare la pizza da voi! Testa alta e sempre orgogliosi! Chi lotta per la propria libertà, non si nasconde e ci mette la faccia ha già vinto! Bravi”.

La “Pizzeria 150” saluta con allegra irriverenza il suo haters:

foto dal profilo facebook Pizzeria 150

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