Oggi è la Giornata Mondiale dell’Intersessualità. Venne scelta questa data poiché nel 1996, a Boston, ci fu la prima manifestazione delle persone intersessuali. La storia della bandiera invece è molto più recente, infatti è stata creata solamente nel luglio 2013 in Australia dall’Organization Intersex International. È un simbolo privo di colori caratteristici dell’identità: il blu e il rosa. Ma che cos’è l’intersessualità? Chi sono le persone intersessuali? Proviamo a spiegarvi tutto questo in 5 punti.
PUNTO PRIMO: CHI È LA PERSONA INTERSESSUALE?
L’intersessuale (definito “ermafrodito” nelle precedenti epoche storiche) è una persona che non può essere definita al 100% come appartenente a un sesso biologico di tipo binario: il consueto maschile o femminile per intenderci. La persona intersessuale nasce con caratteristiche di entrambi i sessi. Quali? È variabile, ogni persona ha le sue peculiarità. Possono essere caratteristiche cromosomiche, genitali, ormonali, fenotipiche, ecc…
PUNTO SECONDO: LA SESSUALITÀ INTERSESSUALE
L’intersessualità non ha nulla a che vedere con la propria identità sessuale e il proprio orientamento. Per cui le persone intersessuali possono essere omosessuali, eterosessuali, bisessuali, transessuali, poliamorose, e anche cisgender, transgender, ecc… Se in tutte le nazioni si distinguono i bambini in base al sesso di appartenenza fin dalla nascita e nel caso delle persone intersessuali si ricorre alla determinazione in base ai genitali esterni predominanti, la Germania si è distinta. Infatti nel 2013 ha inserito il “genere sessuale indefinito”, a tutela delle persone intersessuali. Con la crescita e lo sviluppo, le persone che rientrano in tale categoria potranno scegliere spontaneamente il genere sessuale di appartenenza in via definitiva.
PUNTO TERZO: QUANTI SONO GLI INTERSESSUALI?
Una stima precisa della popolazione intersessuale non si ha, anche perché è coperta dallo stigma sociale. Si calcola che sia tra lo 0,05% e l’1,9% della popolazione mondiale, circa 30.000 di persone, pari alla percentuale di persone con i capelli rossi in Italia.
PUNTO QUARTO: LA CHIRURGIA CORRETTIVA
Fino a poco tempo fa si interveniva chirurgicamente per “normalizzare” le persone intersessuali fin dai primi anni di vita (vaginoplastica, castrazione, amputazione clitoridea, mastectomia, ecc…) con conseguenti cure ormonali perenni e gravi problemi psicologici. Queste operazioni segnavano per tutta la vita le persone intersessuali e venivano eseguite fin dalla più tenera età, lasciando un riverbero psicologico per tutta la vita. Oggi l’ONU e l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa, hanno equiparato gli interventi cosmetici e non necessari alla tortura. Tuttavia ancora sussistono tali pratiche. Nel 2016 il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità ha segnato l’uso di pratiche di chirurgia correttiva anche in Italia.
PUNTO QUINTO: PER APPROFONDIRE
Intersexioni è un progetto di informazione e divulgazione in materia intersessuale formato da ricercatrici e attiviste che da anni fanno divulgazione e formazione anche nelle scuole. Il progetto ha il suo sito anonimo che contiene news, interviste, progetti in corso.
L’attivista intersex Emily Quinn, animatrice che lavora su Cartoon Network, nel suo intervento al Ted Talk ha detto:
“Ho una vagina ma ho anche le palle. Non sono uomo o donna, sono intersessuale”.
Claudia Astorino, attivista intersessuale italo americana, scienziata, dottoranda in antropologia fisica, ha scritto testi sull’intersessualità, articoli e studi. Combatte contro la chirurgia correttiva.
“Anche noi, come tutte le persone, abbiamo il diritto di avere il fisico che la natura ci ha dato senza che un medico, spesso a caso, si arroghi il diritto di alterarlo”
Nel 2014, Carlo Lavagna ha realizzato il film Arianna, il titolo prende il nome dalla sua protagonista, una ragazza cresciuta secondo il genere femminile dopo aver subito un intervento alla nascita per eliminare i caratteri maschili.
Nel 2017 la top model Hanne Gaby Odiele ha fatto coming out dichiarando:
“Sono orgogliosa di essere intersessuale. E’ molto importante per me, in questo momento della mia vita, rompere il tabù. Ho capito dopo l’operazione che non avrei potuto avere figli, non avevo il ciclo. Sapevo che qualcosa non andava in me”.
La modella ha raccontato quanto sia stato traumatico per lei l’intervento a cui è stata sottoposta all’età di 18 anni per la ricostruzione della vagina.
“Non è poi un così grande problema essere intersessuale. È diventato un trauma per quello che hanno fatto”.
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