Sono giorni difficili questi, fra crisi economica e pandemia, la politica italiana si trova a dover fronteggiare uno dei periodi peggiori degli ultimi decenni, in cui la mancanza di chiarezza e il senso di precarietà sono le grandi costanti di questo momento. “Ci aspetta uno sforzo di comunità” ci dice l’ex Presidente della Camera Laura Boldrini. Tra ddl Zan, politiche economiche e disuguaglianza di genere, racconta un’Italia che sta affrontando dei cambiamenti epocali, cui tutti e tutte siamo chiamati a rispondere. Come lo faremo, è la grande sfida.
- Sui social lei ha contestato le dichiarazioni del premier Conte sul MES (Conferenza Stampa del 18 ottobre), potrebbe spiegarci con chiarezza se l’utilizzo del MES sia o meno un aggravio sulle tasse e quanto convenga utilizzarlo?
Questa è una partita molto importante: in ballo c’è il miglioramento del sistema sanitario pubblico e il rafforzamento di alcuni ambiti che sono deficitari perché negli ultimi anni si sono fatti imponenti tagli (posti letto, personale) e questo ha avuto enormi ripercussioni sulla qualità della sanità. C’è da ripensare ad un sistema sanitario che sia più vicino alle persone e capace di dare servizi migliori. L’opportunità ci viene presentata oggi con il MES. È un prestito, è vero, ma il tasso d’interesse è pressoché nullo.
Il nostro sistema sanitario ha bisogno di essere rimesso in sesto anche alla luce dell’esperienza di questa pandemia. Rinunciare a quei soldi è rinunciare a un sistema più efficiente in un momento in cui, invece, noi abbiamo disperato bisogno di avere strutture territoriali più capaci di rispondere. Non mi è piaciuto il modo in cui questo tema è stato presentato. Intanto bisogna inquadrarlo bene e poi merita un dibattito parlamentare, non si può liquidarlo paventando nuove ed eventuali tasse.
- Il voto sul ddl Zan è stato rimandato di una settimana. Era proprio necessario? Non si poteva votare a distanza?
Sì, inizieremo domani, 27 ottobre, perché così il Presidente della Camera Fico si è impegnato a fare. Purtroppo il voto a distanza per la plenaria non è ancora reso agibile perché ci sono degli impedimenti di natura tecnica e regolamentare. Il fatto che mancassero diversi capigruppo e molti colleghi e colleghe in quarantena fiduciaria, ha portato il Presidente Fico a prendere questa decisione con una sospensione momentanea dei voti in aula. Domani alla Camera, finalmente, arriverà il testo contro l’omolesbobitransfobia e la misoginia. Sono molto contenta che questo accada perché credo che sia una legge importante, attesa da tanto tempo. È una legge di civiltà che va a vantaggio non di un gruppo sociale, ma dell’intero Paese.
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