Reggio Emilia: Una lesbica non può fare la madrina, una donna divorziata e atea sì!

A Reggio Emilia una ragazza prossima alla cresima ha dovuto cambiare madrina perché il parroco ha rifiutato la madrina lesbica, convivente con un’altra donna, con la giustificazione “Convive senza essere sposata”.

La testimonianza

“Il parroco ha rifiutato la madrina di mia figlia, per la cresima, perché è lesbica e convive con un’altra donna.

Ha dichiarato la madre della tredicenne al giornale Reggio Sera sulla vicenda del parroco di Pieve Modolena, denunciata da Arcigay Gioconda.

“Il parroco precedente, don Gianni, aveva detto che, per lui, non era un problema, ma don Daniele Casini, che è arrivato dopo, ha detto che non si poteva perché sono conviventi e non sposate e quindi non può fare la madrina. Loro vogliono padrini e madrine sposati in chiesa. Non possono nemmeno essere sposati in Comune. Mi ha detto che puoi fare il padrino e la madrina se sei single, fidanzato non convivente con un’altra persona, o se sei sposato in chiesa. Adesso le farà da madrina mia zia che è divorziata e atea”.

Ma a questo punto che senso ha il divieto alle persone omosessuali? Non dovrebbe essere più importante se una persona condivide i medesimi valori cristiani? A quanto pare no.

La denuncia di Arcigay Gioconda

L’Associazione Arcigay Gioconda che lavora nel territorio di Reggio Emilia dal 1996, ha dichiarato nel suo post di denuncia:

Il fondamento dell’ipocrisia in cui navighiamo ogni giorno è proprio questo: impariamo presto che dobbiamo nasconderci per partecipare alla vita delle comunità. Il silenzio deve circondare le nostre vite e i nostri sentimenti, e sembrerebbe che in certi ambiti debba essere così per sempre.

Che senso ha? I cristiani lgbtqia+ sono una realtà. Escluderli non farà altro che allontanare le persone da un cammino religioso.


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